Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: DALLA NOSTRA REDAZIONE. FIRENZE, 29. Soltanto stamane, il Procuratore generale presso la Corte di appello di Firenze, dott. Cassiodoro Cantarano, ha depositato in cancelleria la sua requisitoria relativa al procedimento penale a carico di alcuni dirigenti della «Montecatini» pe la sciagura mineraria avvenuta a Ribolla (Grosseto) il 4 Maggio del '54. La requisitoria contiene la richiesta di rinviare a giudizio sei persone, e cioè: il direttore centrale della sezione miniere della Montecatini, ing. Rostan, di 67 anni, residente a Milano; il direttore del gruppo minerario maremmano, ing. Gaetano Carli, di 53 anni, residente a Milano; il direttore della miniera di Ribolla,ing. Leonello Padroni, residente a Roma; il direttore del distretto minerario di Grosseto, ing. Tullo Seguiti, di 49 anni; il capo servizio delle miniere di Ribolla Antonio Marcon, di 55 anni, abitante a Roccastrada, e il capo servizio del pozzo «Camorra», ing. Roberto Baseggio, di 41 anni, abitante a Ribolla. Per tutti, il dott. Cantarano chiede il rinvio a giudizio davanti al tribunale di Grosseto per rispondere del reato di disastro minerario colposo, dei delitti di omicidio colposo, e cioè della morte dei 43 minatori periti nel disastro del 4 maggio 1954, e dei delitti di lesioni personali colpose gravi in danno dei minatori Silo Piani e Viardo Venturi. A conclusione della sua lunga requisitoria — che consta di cento pagine, né una più né una meno — il P.G. chied di dichiarare chiusa l'istruzione formale e di non doversi procedere nei confronti dei sei imputati per mancanza di querela in ordine ai reati di lesioni personali colpose gravi in danno dei minatori Ubaldo Bucciarelli, Giampaolo Ciani, Venanzio Manganelli, Renato Mulinacci, Lero Vecchiarelli, Bruno Brachini, Aldo Belisario, Enzo Ticci e Vittorio Leoni. In ordine alle numerose contravvenzioni ai regolamenti di polizia mineraria pubblicati in diversi e successivi decreti legge, il dott. Cantarano ha chiesto di dichiarare non doversi procedere per prescrizione. Al termine della requisitoria, il magistrato esamina anche la esplosione mineraria verificatasi, sempre a Ribolla, nel pozzo «Raffo» nell'agosto dello scorso anno, in seguito alla quale perdette la vita il minatore Vittorio Ronchetti e chiede di non doversi procedere contro i due imputati — e cioè il direttore del pozzo «Raffo» ing. Ennio Gentilini, di 56 anni, abitante a Ribolla, e il capo servizio Giuseppe Carmagnini di 34 anni, abitante a Gavorrano. Il reato a loro imputato era quello di omicidio colposo. Queste, in sostanza, le conclusioni del procuratore generale che dovrebbero essere seguite, a distanza di qualche mese — forse all'inizio del prossimo anno — dalla sentenza istruttoria. Per ilmomento, essendo il procedimento celato dal segreto istruttorio, è impossibile conoscere particolari meno generici di quelli forniti da rispettivi capi di imputazione. In essi si fa carico al Padroni, quale direttore della miniera di Ribolla, di aver organizzato la lavorazione in miniera profonda, lavorazione suscettibile di incendio e soggetta a sviluppo di gas infiammabili ed esplodenti, istituendo un sistema di coltivazione per fondi ciechi (vale a dire senza due distinte vie di uscita). Tutto questo, senza rendere indipendente la ventilazione dei singoli cantieri e delle discenderie come prescrivono gli articoli 9, 28 e 29 del regolamento di polizia mineraria del 10 gennaio 1907. Nel capo di imputazione si fa carico al Padroni anche di aver omesso di adottare mezzi adeguati contro le polveri di carbone e di aver aperto una nuova via di deflusso determinando una variazione nell'areazione della galleria "31", dove si accumularono i gas esplosivi che avrebbero poi originato lo scoppio. Al Rostan ed al Carli si fa carico di aver approvato la adozione di sistemi in contrasto con gli articoli contestati al Padroni. Al Carli si contesta inoltre di aver omesso di vigilare sull'andamento delle miniere di Ribolla e di intervenire efficacemente per imporre la osservanza delle regole dell'arte mineraria. Al Seguiti si fa carico quale ingegnere capo del distretto minerario di Grosseto di aver autorizzato l'adozione del sistema di lavorazione a fondo cieco e di aver omesso di imporre le necessarie cautele contro le polveri di carbone; al Marcon ed al Baseggio, rispettivamente capo servizio principale della miniera di Ribolla e capo servizio addetto al pozzo «Camorra», si contesta di non aver valutato e prevenuti il pericolo di esplosioni in relazione all'incidente verificatosi all'imbocco della disceneria "31". Il Gentilini, secondo il capo di imputazione essendo il sostituto del Padroni dal 2 Maggio, non avrebbe assunta di fatto la direzione delle miniere di Ribolla. Il dott. Cassiodoro Cantarano chiede che gli imputati siano inviati a giudizio davanti al tribunale di Grosseto, ma quasi certamente, per legittima susppicione, il processo avrà luogo a Firenze. Gli atti, contenuti in 7 fascicoli constano di oltre 7 mila pagine. Vi sono comprese numerose perizie ed i risultati di diversi esperimenti compiuti a Ribolla ed in laboratorio. Gli accertamenti tecnici e gli esperimenti condotti nella miniera di Ribolla ed in laboratorio, sono stati numerosi, soprattutto sollecitati dalla difesa. In particolare gli esperimenti tiguardavano la capacità e il funzionamento dei ventilatori per il deflusso delle sostanze venefiche ed esplosive. Nei due anni di intenso lavoro, che hanno veduto magistrati, tecnici, periti, avvocati di difesa e di parte civile, (questi ultimi rappresentanti dell'avv. Pasquale Filastò) recarsi numerose volte sul luogo del disastro, si sono resi necessari numerosi supplementi di perizia. LEONCARLO SETTIMELLI | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
|
|