Area della trascrizione e della traduzione metatestualeTrascrizioni | Trascrizione Non markup - manuale o riveduta: Alla Libreria rinascita, ieri pomeriggio, presentazione di una Ballata sull'America (già fatta conoscere sabato a Milano, al Piccolo, in occasione della manifestazione nel corso della quale ha parlato Gus Hall, segretario del Partito comunista degli Stati Uniti d'America) e discussione sulla canzone popolare. O meglio, conferenza a tre voci, poiché dibattito non c'è stato («abbiamo convinto tutti» ha detto chiudendo l'incontro Alberto Cirese, vista la mancanza di interlocutori). Al centro dell'incontro era Giovanna Marini, autrice di Vi Parlo dell'America, una lunga composizione che occupa due intere facciate di un disco a 30 cm (33 giri), edito proprio in questi giorni dai Dischi del Sole; composizione del cui contenuto abbiamo già aticipato un riassunto ai nostri lettori. Vale, comunque, ricordare come Vi parlo dell'America è nato dall'esperienza che la Marini (attualmente impegnata nello spettacolo Ci ragiono e canto) ha compiuto negli Stati Uniti dove ha vissuto per due anni, ha lavorato, ha partecipato alla vita politica e sociale, scontrandosi con la realtà del paese. Prima che Giovanna Marini eseguisse la sua ballata (applaudita a lungo), Franco Coggiola del Nuovo Canzoniere italiano aveva presentato l'autrice e aperto l'incontro sottolineando come Vi parlo dell'America riassumesse in gran parte lo stesso cammino del Nuovo Canzoniere: dallo studio delle manifestazioni dell'arte popolare, al ricalco, alla riproposta, alla creazione della nuova canzone. Quindi la Marini aveva esemplificato le sue esperienze, facendo ascoltare le incisioni originali di una Ninna Nanna e del Cecilia, raccolte in Abruzzo: quindi presentandone il ricalco puro e semplice, poi l'intervento di abbellimento e infine la riproposta secondo canoni ritenuti, fino ad ora del Nuovo Canzoniere, i più filoloficamente giusti. A quindi preso la parola il prof. Alberto Cirese fornendo alcuni spunti per la discussione: quello dell'opera di abbellimento dei canti popolari, ad esempio, da lui definita di «acclimatazione». Il riproporre cioè, al pubblico consumante, il prodotto popolare «epurato» delle scorie: di quegli elementi di durezza, di spigolosità che appaiono tali all'orecchio di chi giudica con il metro del gusto determinato dai modelli culturali della società dominante. Cirese ha quindi offerto l'altro spunto, quello della pluralità delle culture, degli ideali estetici di certi strati popolari, diversi di quelli di altre categorie sociali. Cirese ha poi sottolineato la necessità di acquisire questi ideali e questi contenuti (contrastanti con il concetto di «unicità» della cultura paventata da molti) per portarli alla luce attraverso una operazione critica, in modo che costituiscano un momento di opposizione all'interno della grande operazione che la società dei consumi sta conducendo e che è volta ad ottenere il massimo dei consensi. Ha chiuso il prof. Diego Carpitella, musicologo e studioso del mondo popolare, chiedendosi se, a giudicare dal cammino percorso da Giovanna Marini, si potranno ottenere utili risultati in una dimensione più ampia. l.s. | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | | Trascrizione secondaria non visualizzabile dall'utente | |
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